Cis, contra, trans: un’altra letteratura italiana

Dalla fine dell’Ottocento, in concomitanza con la nascita del Regno d’Italia, l’insegnamento della letteratura e della lingua italiana è diventato parte integrante della costruzione dell’identità nazionale. Si è imposto via via un modello ben preciso di autore, nel segno del cis: maschio, anticlericale, linguisticamente toscano, profeta o fautore dell’idea di Italia come Stato oppure, nei pochissimi casi di autrici, donna innamorata, casta, fedele, devota. È nato così un canone eroico degli autori e dei loro capolavori, che ha escluso e rimosso scrittori e scrittrici non allineate per motivi di appartenenza etnica o religiosa, di orientamento sessuale, di lingua e di stile, e restie a riconoscersi nei modelli dominanti, letterari ed etici: la multiforme categoria del contra. Oggi che la società, i media, l’università e la scuola sono scosse da sollecitazioni diverse, come gli obiettivi dell’Agenda 2030, l’interdisciplinarietà, la valorizzazione della diversity, anche la didattica si aggiorna, accogliendo voci nuove o dimenticate ed evidenziando nelle opere canoniche aspetti originali: la queerness e la non binarietà, le traduzioni linguistiche e culturali, gli orizzonti globali della storia, in una parola il trans. Esplorare la letteratura italiana non solo da una prospettiva di genere farà avvertire a studenti e studentesse una maggiore familiarità con i testi, per vedere espresse e anche imparare a rappresentare identità multiple.

Johnny L. Bertolio si è diplomato alla Scuola Normale Superiore di Pisa e ha conseguito il PhD alla University of Toronto, dove ha maturato una variegata esperienza nella didattica dell’italiano. Attualmente collabora con Loescher come autore, redattore e formatore nell’ambito umanistico. Ha pubblicato Il trattato De interpretatione recta di Leonardo Bruni (2020), Le vie dorate. Un’altra letteratura italiana: da san Francesco a Igiaba Scego (2021), Controcanone (2022), oltre a saggi e articoli su Dante, Boccaccio, Umanesimo e Rinascimento, Marino e Leopardi. Scrive per la rivista La ricerca.

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